IV Abbiati del disco – vincitori 2022

Riunione Venerdì 16 settembre 2022

Venerdì 16 settembre 2022, riunita in forma telematica, la giuria del IV Premio Abbiati del disco dell’Associazione Nazionale Critici Musicali, presieduta da Angelo Foletto e formata da Luca Chierici, Andrea Estero, Carlo Fiore, Giancarlo Landini, Gianluigi Mattietti, Carla Moreni, Paolo Petazzi, Mirko Schipilliti, Luca Segalla ha assegnato i seguenti premi.

DEBUSSY, Pelléas et Mélisande.

Santoni, Behr, Duhamel, Les Siècles, direttore François-Xavier Roth.
(HARMONIA MUNDI)

Al Pélleas et Mélisande diretto da François-Xavier Roth, con Les Siécles, complesso orchestrale che utilizza strumenti storici e continua l’opera di ricerca e riappropriazione del grande repertorio alla luce di una rilettura filologica, strumento di approfondimento e di riscoperta. Con una interpretazione di disarmante semplicità, il cui punto di forza è il puntuale rispetto della partitura, il capolavoro di Debussy ritorna in tutta la sua complessità musicale ed incisività drammatica; collabora al significativo risultato un valido cast che con moderna sensibilità sposa con convinzione la lettura di Roth.

BEETHOVEN, Sinfonie 6-9.

Le Concert des Nations, Jordi Savall direttore
(ALIA VOX)

Alla nuova edizione dell’integrale sinfonica beethoveniana di Savall, completata con questa seconda parte, perché aggiunge un contributo determinante all’interpretazione su strumenti storici di uno dei repertori più noti. Mettendo al centro l’orchestra, la strumentazione e la dimensione concertante; avvalendosi di musicisti di assoluto prim’ordine, unitamente a una lettura rigorosa del testo, Savall abbandona ogni prevaricazione direttoriale, ponendosi con autentica maturità come mediatore super partes in grado di proiettare con pienezza Beethoven nel contesto della propria epoca.

SIBELIUS, Sinfonie.

Oslo Philharmonic Orchestra, Klaus Mäkelä direttore
(DECCA)

Per la lettura audace, fresca, modernista che mette in risalto intuizioni timbriche e armoniche spesso lasciate in ombra nell’interpretazione delle sinfonie di Sibelius. L’estrema coesione della Filarmonica di Olso permette al giovane direttore finlandese di imprimere a queste pagine una grande propulsione ritmica e dinamica, con un suono a tratti asciutto, ma sempre tagliente, carico di energia, di attraversare i paesaggi sonori più scoscesi, di penetrare le zone più misteriose e oscure di queste partiture.

SCHÖNBERG-WEBERN.

Orchestre de Chambre de Lausanne, Heinz Holliger direttore
(FUGA LIBERA)

Per la coerenza, l’originalità e l’efficace freschezza esecutiva dell’impaginato che replicando per gli interpreti l’omologo programma registrato nel 2013, completa l’indagine sul “camerismo allargato” dei due autori storici, integrandola con la rivelatrice strumentazione di Holliger della pianistica Op. 19, e rimarcando nell’interpretazione la rara incisività, omogeneità sintattica e continuità maestro-allievo.

FEDELE, Works for violoncello.

Michele Marco Rossi violoncello
(KAIROS)

Per la bravura esemplare con cui Michele Marco Rossi interpreta le opere per violoncello solo di Ivan Fedele, superando ogni difficoltà con virtuosistica precisione, esaltando tutti gli aspetti della ricerca del compositore sul suono dello strumento. Espressamente per lui Fedele ha scritto i due pezzi più recenti.

ADÁMEK, Follow Me, Where Are You?

Faust; Kožená, Bavarian Radio Symphony Orchestra, Rattle, Rundel
(BR KLASSIK)

Due pezzi emblematici della musica piena di energia e fantasia di Ondřej Adámek, affidati a due grandi soliste come Isabelle Faust e Magdalena Kožená: il concerto per violino Follow me, immaginato come una disputa un “leader” e i suoi “seguaci”, che ne ripetono le parole deformandole e ridicolizzandole; e Where are You? che si interroga sulla ricerca della divinità, combinando testi di religioni diverse, trasformate in uno sbalorditivo caleidoscopio di effetti sonori.

MEYERBEER, Robert le Diable.

Osborn, Courjal, Edris, Morley, Darmanin, Orchestre National Bordeaux Aquitaine, Marc Minkovski direttore
(BRU ZANE)

Alla registrazione di Robert le Diable che contribuisce in maniera significativa alla conoscenza e alla diffusione di uno de lavori più rappresentativi della produzione operistica francese del XIX sec., attraverso un’esecuzione, da segnalare per la coerenza e la competenza della direzione di Marc Minkowski, per l’apporto di un cast stilisticamente appropriato, con una nota di merito per il Robert di John Osborn, affascinante incarnazione del tipo del tenore romantico, ed infine per l’accuratezza editoriale, che offre all’ascoltatore un valido strumento di approccio al titolo e all’autore.

MADERNA, Requiem.

Alberghini, Zeffiri, Remigio, Simeoni, Orch. Teatro la Fenice, Andrea Molino
(STRADIVARIUS
)

Per la sicurezza e intelligenza con cui Andrea Molino dirige i complessi della Fenice che si rivelano all’altezza dell’impegnativo compito; come il quartetto di solisti. Documento molto significativo la registrazione dal vivo della prima esecuzione del Requiem (1945-46) di Bruno Maderna. Un progetto fallito di esecuzione negli Stati Uniti determinò la scomparsa della partitura, di cui Maderna si disinteressò, essendo divenuto uno dei protagonisti del radicale rinnovamento del linguaggio musicale del secondo dopoguerra, Per decenni considerato perduto, ritrovato da Veniero Rizzardi, il Requiem si confermò il più importante lavoro giovanile di Maderna, attento alla lezione di Stravinskij e Hindemith, ma ricco di idee e aperto ad una urgenza espressiva di tragica tensione.

BUXTEHUDE, Chamber Music.

Ton Koopman
(CHALLENGE CLASSIC)

All’ensemble capeggiato da Tom Koopman, per aver eseguito le Sonate a tre di Buxtehude passando con disinvoltura dal cantabile al rapsodico, dal fugato al danzante, dal “recitativo” al patetico, secondo un impianto retorico che, anche quando si addentra nella complessità, non è mai criptico né cervellotico.

GRIEG, Lieder.

Lise Davidsen soprano, Leif Ove Andsnes pianoforte
(DECCA)

Per l’eccellente esecuzione sotto ogni profilo tecnico che evoca tutto il mondo nordico di cui Grieg è portavoce, le sue inquietudini, l’intimismo fatto di ombre e chiaroscuri, in un affresco di delicate emozioni. Fuori da qualsivoglia retorica, in questa registrazione la tradizione liederistica si afferma in una prova esemplare, dove la flessibilità vocale arricchita di dettagli e articolazioni, e la trasparenza pianistica immersa in un’illuminante finezza di tinte, delineano miniature poetiche.

BACH, Partite.

Lorenzo Ghielmi
(PASSACAILLE)

A Lorenzo Ghielmi, che sta documentando su disco un Bach fatto tanto di scavo analitico quanto di scelte poetiche, riuscendo a coniugare sistematicità e cantabilità, evocazione ed espressione: aspetti che proprio nella varietà formale delle sei Partite raggiungono particolare compiutezza.

GERVASONI/PESSON/POPPE.

Quatuor Diotima
(NAÏVE)

Il Quatuor Diotima affronta la musica di tre fra i maggiori compositori del XXI secolo, cogliendone, con intelligenza, musicalità e humour, i diversi approcci con la tradizione del quartetto d’archi: il sofisticato vocabolario di suoni e le forme frammentate di Stefano Gervasoni; la scrittura arguta, piena di echi filtrati dal passato di Gérard Pesson; il ruvido, frenetico gioco di ripetizioni, variazioni, cellule autoreplicanti nei quartetti di Enno Poppe.