I Premio Abbiati

III Premio Abbiati – vincitori stagione 1982-83

Riunione Bergamo, 7-8 ottobre 1983.

La commissione della 3a edizione del Premio “Abbiati” riunita a Bergamo il 7 e 8 ottobre 1983, ha designato i vincitori per gli anni 1982-83. La giuria ha deciso all’unanimità di non assegnare il premio destinato all’organizzatore musicale, pur riconoscendo la presenza di personalità meritevoli: per protesta contro il malcostume che determina, con scelte rispondenti a criteri clientelari e di lottizzazione politica, il degrado di professionalità nella gestione e nella guida artistica di importanti istituzioni musicali finanziate dallo stato.

Spettacolo: Lulu di Alban Berg, realizzata dal Teatro regio di Torino.

Per la buona riuscita complessiva dello spettacolo dovuto alla guida musicale di Zoltan Pesko e segnatamente alla regia di Juri Ljubimov e all’allestimento scenico di David Borovskij.

Complesso da camera: Trio di Trieste.

Per la continuità di una lezione interpretativa che resta viva e attuale dopo cinquant’anni di lavoro comune.

Regista: Roberto de Simone.

Per la qualità dei risultati raggiunti in un vasto e coerente impegno di regista radicato profondamente nella cultura napoletana

Cantanti: Editha Gruberova e Alfredo Kraus.

Per l’eccezionale prova stilistica offerta, e in particolare per la Lucia di Lammermoor al Comunale di Firenze.

Premio speciale: Lohengrin di Salvatore Sciarrino (Piccola Scala, Milano).

Nell’originalissima scrittura scenica di Pier’Alli e la portentosa creazione vocalistica di Gabriella Bartolomei.

Iniziativa: Feste Musicali di Bologna.

Per l’originalità delle proposte e in particolare per la commissione e l’esecuzione di tre opere di Franco Donatoni, Salvatore Sciarrino e Adriano Guarnieri in occasione del restauro degli organi di San Petronio.

Direttore: Gianandrea Gavazzeni.

Che nella scorsa stagione ha dato numerose prove della vivacità dei suoi interessi culturali e della sua non conformista personalità di interprete.

Scenografo e costumista: Luciano Riccieri e Nanà Cecchi.

Per l’edizione di Turandot all’Arena di Verona, volendo riconoscere l’efficacia dei risultati raggiunti con sobrietà di mezzi in un ambiente tradizionalmente condizionato dall’effettismo spettacolare.

Novità assoluta per l’Italia: Diario polacco n.2 di Luigi Nono.

Eseguito per la prima volta a Venezia nel corso della Biennale 1982, volendo così dare risalto alla coerenza di una poetica e ai risultati espressivi raggiunti.