I Premio Abbiati

XXII Premio Abbiati – vincitori stagione 2002

Riunione Bologna, 6 aprile 2003

Dopo la discussione collegiale e in base alle segnalazioni scritte dei soci dell’Associazione, la giuria della 22a edizione del Premio “Abbiati” (Andrea Estero, Franca Cella, Sandro Cappelletto, Franco Chieco, Duilio Courir, Angelo Foletto, Enrico Girardi, Giorgio Gualerzi, Mauro Mariani, Gian Paolo Minardi, Carla Moreni, Paolo Petazzi, Giangiorgio Satragni, Claudio Tempo) ospite del Teatro Comunale di Bologna il 6 aprile 2003, ha scelto i vincitori della 22esima edizione.

Migliore spettacolo: Königskinder di Engelbert Humperdink – Teatro San Carlo, Napoli.

Per la rarità della proposta, la qualità del lavoro di Jeffrey Tate che ha conseguito dall’orchestra disciplina cameristica e slanci romantici, la messinscena rigorosa e fiabesca del regista scozzese Paul Curran (scene e costumi di Kevin Knight), la ricercatezza del cast guidato da Olaf Bär e Juliane Banse che comprendeva anche le voci del Tölzer Knabenchor

Direttore: Yuri Temirkanov.

Per la bellezza unica, ora sfavillante, ora dolorosamente malinconica, delle sue interpretazioni sinfoniche e operistiche, realizzate sia con la Filarmonica di San Pietroburgo sia, con crescente e significativo impegno direttoriale, con le orchestre italiane.

Complesso da camera: Concerto Italiano, Rinaldo Alessandrini.

Per la metodica attività esecutiva e di ricerca che ha imposto un modello stilistico-esecutivo di qualità filologica e poetica alta, in graduale estensione al repertorio teatrale

Cantanti: Ildebrando D’Arcangelo.

Per Le nozze di Figaro (Milano, Scala/Teatro degli Arcimboldi) e Don Giovanni (Napoli, Teatro San Carlo).

Novità assoluta per l’Italia: Medea di Adriano Guarnieri.

Momento maturo e compiuto della penetrante ricerca poetica e compositiva d’autore; rappresentata a Venezia in una raffinata esecuzione musicale e scenica che ha restituito l’audace ricercatezza della concezione compositiva e multimediale.

Allestimento: Thomas Moschopoulos, Dionysis Fotopoulos.

Per il magnetismo conferito al Macbeth di Verdi (Festival di Spoleto) attraverso una regia generosa di idee e di forte tensione tragica, sospesa tra echi del mito greco e citazioni della pittura italiana, inscritta in una scenografia essenziale, inquieta e forte.

Cantanti: Violeta Urmana.

Per Les Troyens di Berlioz (Maggio Musicale Fiorentino) e Iphigénie en Aulide di Gluck (Milano, Scala/Teatro degli Arcimboldi)

Pemio “Filippo Siebaneck”: Quintetto Bibiena.

Giampaolo Pretto, Paolo Grazia, Alessandro Carbonare, Stefano Pignatelli, Roberto Giaccaglia, per aver saputo associare alla qualità delle esecuzioni una componente ludica che sulla scorta di apposite trascrizioni e la recitazione degli strumentisti ha trasformato i concerti in cattivante e piacevole momento didattico.