I Premio Abbiati

XXIV Premio Abbiati – vincitori stagione 2004

Riunione Milano, 19 aprile 2005

Dopo la discussione collegiale e in base alle segnalazioni scritte dei soci dell’Associazione, la giuria della 24a edizione del Premio “Abbiati” (Andrea Estero, Franca Cella, Sandro Cappelletto, Virginio Celletti, Franco Chieco, Angelo Foletto, Enrico Girardi, Giorgio Gualerzi, Gianfranco Landini, Gian Paolo Minardi, Paolo Petazzi, Giangiorgio Satragni, Claudio Tempo) ospite del Circolo della Stampa di Milano il 19 aprile 2005, ha scelto i vincitori della 24esima edizione.

Migliore spettacolo: Il Prigioniero / Volo di Notte (dir, B.Bartoletti, reg.D. Abbado) – Teatro Comunale di Firenze.

Diretti da Bruno Bartoletti e messi in scena da Daniele Abbado (scene di Gianni Carluccio, costumi di Nanà Cecchi, luci di Guido Levi, proiezioni di Luca Scarzella). Per l’esito scenico e musicale, cui ha contribuito l’interpretazione del baritono Carmelo Corrado Caruso, che ha qualificato l’omaggio al teatro musicale del compositore italiano dando giusto risalto artistico alle celebrazioni del centenario, e rinnovando l’immagine di un’istituzione priva di soggezione nei confronti del repertorio novecentesco.

Iniziativa: Rai Nuova Musica.

Per la coraggiosa ideazione di un cartellone di musica contemporanea basata su prime assolute e italiane, e la pregevole realizzazione musicale che ha integrato l’impegno della programmazione concertistica ordinaria a documentare la creatività di oggi, assolta con rilevanti commissioni tra cui “Sembianti” di Giacomo Manzoni e “Rest” di Luca Francesconi.

Direttore: Daniele Gatti.

Per la crescita interpretativa che l’ha condotto a esiti di significativa maturità musicale e rilevanza esecutiva sia nel repertorio teatrale al Comunale di Bologna sia in quello sinfonico, esposto in modo eloquente nella Nona Sinfonia di Mahler diretta con l’Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole.

Scene e costumi: Ezio Frigerio, Franca Squarciapino.

Per il segno visivo e la straordinaria accuratezza della realizzazione di scene, citazioni pittoriche e costumi che hanno contraddistinto la produzione di Tristan und Isolde di Wagner (Napoli, Teatro San Carlo).

Premio “Filippo Siebaneck”: “Tutti a Santa Cecilia”.

Il cartellone di spettacoli e altre iniziative (Family-concerts, lezioni-concerto, palestre musicali, prove d’ascolto) che da anni l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma propone alle scuole, ai giovani di varie fasce d’età e alle loro famiglie; con una ricca scelta di proposte didattiche appositamente create, spesso con la partecipazione degli stessi importanti musicisti in cartellone, e scelti itinerari educativi.

Novità assoluta per l’Italia: An index of metals di Fausto Romitelli.

Per l’audacia e la profondità delle soluzioni timbriche e formali del lavoro che, come nei brani del precedente ciclo Professor Bad Trip 1-3, riepiloga l’originale ricerca poetica d’autore tesa alla ricerca di un suono ‘sporco, violento, visionario’ in cui i colori del rock progressivo e psichedelico confluiscono in costruzioni improntate a singolare e coerente logica compositiva.

Premio speciale: I Solisti Dauni di Foggia.

Fondato nel 1972 da Domenico Losavio, punto di riferimento della vita musicale pugliese per l’intensa attività concertistica affiancata dall’originale rassegna “I Teatri Possibili”, frutto di un intelligente lavoro di progettazione e ricerca sul repertorio antico e su quello contemporaneo, testimoniato anche dalla sistematica presenza di prime assolute appositamente scritte.

Regia: Mario Martone.

Per la capacità di fondere la grande tradizione teatrale napoletana nelle sue moderne declinazioni e la sensibilità per la musica e le forme drammaturgiche di Rossini espresse nel fantasioso allestimento di Matilde di Shabran (Pesaro, Rossini Opera Festival).

Cantanti: Anna Caterina Antonacci.

Per la rilevante prova vocale, la forza espressiva e la perentoria identificazione gestuale nella drammatica intensità affettiva richiesta dalla parte protagonistica di Alceste di Gluck (Teatro Regio di Parma).